Solaris di Stanislaw Lem, Sellerio editore
Chi non conosce 2001 Odissea nello Spazio, per aver visto il film di Kubrick o letto il libro di Clarke? Forse non altrettanti conoscono Solaris, dell’autore polacco Stanislaw Lem. Il libro fu pubblicato nel 1961 e divenne un sostanzioso film di Tarkovskij nel 1968. Nel 2002 Soderbergh ne girò un remake con protagonista Clooney, apprezzabile solo per il fatto che compariva, appunto, il bel George.
Chris Kelvin è uno psicologo che giunge in missione nella stazione del pianeta Solaris. Si tratta di un pianeta particolare composto da un grande oceano gelatinoso che assume continuamente forma diverse e che ha una forma di gravitazione anomala mentre orbita attorno a due soli. Dei tre scienziati che dovrebbero lì risiedere ne trova solo due, Snaut e Sartorius. Il terzo, Gibarian, che aveva collaborato in precedenza con Kelvin, si è suicidato. L’atteggiamento dei due superstiti è indecifrabile e sembrano temere qualcosa che non vogliono rivelare al nuovo arrivato. Ben presto però Chris comprende il motivo delle inquietudini dei colleghi. Nella stazione ci sono delle misteriose presenze. Per lui si tratta della moglie Harey, morta suicida alcuni anni prima. Harey è in tutto e per tutto eguale alla donna amata da Chris, ne ha le movenze, la voce, le paure, la fisicità. L’unica differenza di queste “presenze” con gli umani è che i loro tessuti sono in grado di rigenerarsi velocemente. Mentre Snaut e Sartorius cercano un modo per liberarsi dei “visitatori” Chris, dopo un primo tentativo di eliminarla, si affeziona a Harey e allo strano mondo che l’ha “partorita”. Cosa o chi è davvero Solaris e qual è il motivo della creazione di umanoidi? Chris decide di scoprirlo cercando un contatto con il grande oceano…
Un oceano pensante
Siamo di fronte a un libro dalla trama e dai contenuti complessi. Le lunghe digressioni filosofiche lo rendono un’opera volta a riflettere sull’uomo, sull’amore, sulla divinità, sulla scienza e sulla mente umana. Comprendere l’oceano Solaris e i suoi misteri significa comprendere il mistero dell’esistenza, della creazione, dei legami affettivi. L’oceano che muta forma e che crea esseri viventi sulla scorta dei ricordi dei suoi ospiti è il protagonista assoluto. Le sue intenzioni, i suoi perché sono il motore degli assilli dei tre scienziati, e non solo. La Solaristica è descritta infatti come la disciplina in voga sulla Terra e tratta proprio della consistenza materica dell’oceano e delle sue finalità. Le lunghe e improbabili discussioni accademiche compongono una immane biblioteca formatasi nei cento anni intercorsi dalla scoperta del pianeta all’arrivo di Chris. L’autore si diverte a creare poderosi tomi e articoli a cui lo psicologo attinge per ottenere spiegazioni e formulare ipotesi sulla strana entità oceanica. Ma riflettere sull’oceano è riflettere sui propri desideri, sulle proprie paure, sui rapporti con l’altro. Ed è una lunga riflessione anche sull’amore. Harey è la moglie non moglie, la presenza di un’assenza, un ricordo ora dolce ora doloroso. Chris, inizialmente inquietato dalla sua apparizione, finisce con il legarsi sempre più a quell’immagine prodotta dall’oceano e considerata come una sorta di regalo. Tanto da soffrirne quando anche la nuova Harey decide di scomparire perché insoddisfatta dall’essere solo un’immagine creata da un ricordo. I visitatori sembrano appunto dei regali offerti dalla distesa gelatinosa dopo aver scandagliato la mente umana, un modo per entrare in contatto con quegli abitanti per lei alieni. Ma chi può davvero conoscere i misteri dell’oceano da una parte e della mente umana dall’altra? Chris alla ricerca di un nuovo contatto con il pianeta è l’uomo alla ricerca di se stesso e del significato del proprio cammino. Un mistero che non ha fine, annegato in un oceano dalle mille forme.
Un libro assolutamente da leggere e un film da vedere (quello sovietico naturalmente…).