Perché l’Ucraina di Noam Chomsky, Ponte alle Grazie editore
Noam Chomsky non ha bisogno di presentazioni, esperto di linguaggio e logica analizza da anni in modo implacabile i mali della società contemporanea e osserva senza veli e illusioni i difetti e le menzogne che affliggono il nostro quotidiano.
Questo brevissimo libro è una raccolta di interviste nel periodo appena precedente e in quello appena successivo all’invasione dell’Ucraina.
La sua analisi dei fatti non lascia spazio a dubbi riguardo alla posta in gioco e ai risvolti geopolitici che guidano le azioni degli attori che si stanno confrontando.
Dopo le doverose e immancabili osservazioni sulla violazione del diritto internazionale da parte della Russia, Chomsky cerca di capire cosa si cela dietro gli eventi e cosa li ha provocati, senza per questo giustificarli. Perché nulla accade per caso.
Ecco che scorrono davanti al nostro sguardo la politica mondiale degli ultimi decenni, dalla crisi cubana alla riunificazione delle Germanie, alla fine della Guerra fredda, alla Guerra dei Balcani, in Iraq e in Afghanistan… Quante scelte politiche delle amministrazioni USA e dell’Europa hanno inciso nell’arrivare alla situazione attuale? Perché l’idea di Gorbaciov della Casa Comune Europea non piaceva a molti? Quanto pesa il controllo delle fonti energetiche? Chi si teme di più: la Russia o la Cina? Chi otterrà il controllo dell’ordine mondiale, l’Occidente o l’Asia?
Conoscere per capire
Tante domande si affollano e le risposte possono a volte non piacere o lasciare spiazzati.
“Venticinque secoli orsono l’Oracolo di Delfi pronunciò questa massima: “Conosci te stesso”. Vale la pena di tenerla a mente, forse.”
Credo che sia importante riuscire ad analizzare con freddezza e attenzione quanto sta accadendo, alla luce anche di avvenimenti precedenti o di analoghi comportamenti passati da parte di altri Stati.
“Le grandi potenze violano costantemente il diritto internazionale, così come le più piccole quando riescono a farla franca, di solito sotto l’ombrello di un protettore più potente.”
Come non ci sogneremmo di liquidare ingenuamente la guerra di Troia pensandola causata dal rapimento di Elena o la Prima Guerra mondiale dall’attentato di Sarajevo, così anche oggi dobbiamo spingerci a guardare con attenzione dentro i fatti, al di là dell’immancabile propaganda che crea una cortina di nebbia da ambo le parti.
Voler capire è un diritto ma è anche un dovere ed è l’unico modo per pensare di arrivare il prima possibile alla pace. Ritenere che si possa fermare un conflitto senza capire le ragioni che lo hanno provocato è impossibile. E Chomsky ricorda che purtroppo mai la giustizia ha prevalso negli affari internazionali.
Il fatto che uno tra i maggiori studiosi del linguaggio ci suggerisca di avere uno sguardo critico, di non fermarci alle apparenze, di interpretare con cautela e attenzione i messaggi da cui siamo bersagliati, dovrebbe farci riflettere.
Capire, dialogare, non cedere alla violenza questi sono gli imperativi categorici da cui come esseri dotati di ragione non possiamo esimerci perché:
“Ci troviamo in un punto critico della storia umana. Non possiamo negarlo. Non possiamo ignorarlo.”