Loro di Maxime Chattam, Salani editore
La Francia è alle prese con uno, anzi svariati serial killer che uccidono in modo crudele le loro vittime, agiscono sincronizzati in luoghi diversi del paese e firmano i loro crimini con una e preceduta da un asterisco. La squadra investigativa decide di sfruttare le abilità del profiler Mikelis, l’unico in grado di capire la mente perversa degli assassini. Non è facile convincerlo a rientrare in servizio perché l’uomo è stanco della tossicità delle indagini. Affacciarsi sul male non è facile e comporta un lento avvelenamento.
I serial killer sembrano inizialmente due, uno che sbrana le vittime come un animale, l’altro che non lascia tracce. Ma poi lo strano simbolo inizia a comparire in altre morti e la polizia non sa più cosa pensare. Chi o cosa c’è dietro questa scia di violenza? Tutto riporta a uno strano istituto per l’infanzia dove durante la seconda guerra mondiale si effettuavano terribili esperimenti.
Citazioni famose
Il libro è un lungo elenco di citazioni famose. Prima di tutto c’è Red Dragon di Harris. Indubbia è la somiglianza fra gli assassini dei due romanzi che usano una mandibola per firmare i propri crimini. Ma è soprattutto quando Alexis si reca da solo nella casa teatro di un omicidio, di notte, a osservare e meditare e ricostruire la scena, cercando di capire da dove l’assassino osservasse le sue vittime, che appare forte il richiamo al profiler Will Graham. È davvero impossibile non pensare a Manhunter (non allo scialbo remake Red Dragon) del regista William Friedkin con le sue atmosfere dark e il suo tetro affacciarsi nella mente del killer.
Altro film che non può non venire in mente è l’indimenticabile I ragazzi venuti dal Brasile con le sue macchinazioni genetiche deliranti.
Arrivano gli zombie!
Tra continui colpi di scena e macabri rituali la trama si svolge lentamente. Tutto procede fino al finale del tutto fuori dalle righe che ricorda i film di serie B sull’invasione degli zombie. Come dire che quando è troppo è troppo. Se il viaggio all’interno di una mente malata, metafora credibile di una società malata, può essere in un primo momento intrigante, poi l’eccesso di grand guignol e di effetti speciali, con supereroi che resistono a tutto diventa davvero eccessivo.
Al solito l’esagerazione finisce con il togliere la godibilità al romanzo e a trasformarlo in una parodia del genere di riferimento. In questo modo vengono svilite le riflessioni sul male e sulla violenza dilagante nella società contemporanea e sulla mancanza di freni nella ricerca delle soddisfazioni quand’anche deviate. Tutto si annacqua in un parossismo di tòpoi e di effetti speciali che allontanano il lettore da spunto che meritavano forse di essere analizzati con più attenzione.
Spero solo che il romanzo non sia il primo di una lunga serie con gli stessi personaggi, buoni e cattivi… Uno basta e avanza.