La speculazione edilizia di Italo Calvino, Mondadori editore
Libro di Calvino del 1958 che fotografa l’Italia di allora così simile a quella di oggi.
Ci troviamo nella riviera ligure in un paesino non precisato indicato da ***. Quinto Anfossi è un giovane militante della sinistra che torna ogni tanto al suo paesetto per trovare la madre che vive in una villa con un grande giardino. Dopo la morte del padre la famiglia si trova in difficoltà a pagare le tasse di successione e così Quinto assieme al fratello Ampelio e d’accordo con la madre decide di vendere una parte del terreno a un impresario edile, il Caisotti.
In molti cercano di avvisare Quinto sulla personalità dubbia e sulla tenuta degli affari di Caisotti ma Quinto non sente ragioni. Anzi decide non solo di vendere il terreno ma di entrare in società con l’impresario. Una vera e propria speculazione edilizia all’insegna della spregiudicatezza morale ed economica che è il leit motiv di quel periodo storico. Soldi facili, cambiali e fallimenti producono una bolla finanziaria che scoppierà molto più tardi e una devastazione del territorio, anche quella destinata a manifestare i suoi nefandi effetti solo decenni dopo.
Personaggi chiave
Emblematici i personaggi principali: Caisotti, l’impresario senza scrupoli che viene dal nulla, poca cultura e tanta furbizia e la famiglia Anfossi pronta a entrare nel business venendo meno a regole e valori a cui si diceva legata. E poi ci sono l’ingegner Travaglia, e l’avvocato Canal che seguono l’iter burocratico e tentano, senza successo, di mettere in guardia Quinto. E ancora Bensi e Cerveteri, filosofo l’uno poeta l’altro, compagni intellettuali di Quinto. I due fratelli sono tanto diversi tra loro eppure così eguali nel cercare una scorciatoia per la ricchezza. Quinto l’intellettuale che vive di parole e sogni e Ampelio lo scienziato nascondono la loro fragilità dietro l’aspirazione a raggiungere il benessere materiale. Il vuoto affettivo, e di fondo anche morale, delle loro esistenze può essere riempito solo dal denaro.
Se Moravia in questo vuoto costruiva la sua famosa trilogia e illustrava la crisi del singolo e della borghesia del dopoguerra, Calvino con la sua solita leggerezza ed ironia mette a fuoco i difetti della nuova borghesia rampante. Li deride, li sferza e li compiange per la loro povertà umana.
Boom economico
Una fotografia di fine anni Cinquanta, si diceva all’inizio. L’età del boom economico del costruire ovunque, di investire e costruire fortune dal niente. Un successo mordi e fuggi che ha lasciato dietro di sé solo rovine per alcuni e davanti a sé enormi capitali per altri.
Come non vedere però le somiglianze con il nostro tempo con il continuo divorare di territori e risorse in nome di un fantomatico progresso che nasconde spesso avidità e scarsa lungimiranza?
Questi sono i libri senza tempo, i cosiddetti classici che non finiscono mai di stupire per la loro forza narrativa, per il loro smuovere le coscienze.
In mezzo a tanto ciarpame contemporaneo c’è bisogno di disintossicarsi con autori come Calvino che rappresentano un tuffo in acque limpide e riportano in alto il gusto della lettura.
Questi sono i testi che vanno letti e vanno consigliati ai giovani, tra un post e l’altro dei social.