La donna della domenica di Fruttero & Lucentini, Mondadori Editore
In una Torino di inizio anni ’70 si verifica un bizzarro omicidio. L’architetto Garrone, oscuro individuo che vive di espedienti e imbrogli, viene ritrovato ucciso nel suo piccolo studio. L’arma del delitto è decisamente insolita: un itifallo in pietra. Chi ha ucciso l’architetto e perché? Le indagini sono affidate al commissario Santamaria che deve muovere cauti passi nella Torino bene. I primi due sospettati sono Anna Carla Dosio e Massimo Campi, lei moglie di un industriale, lui borghese agiato che ha una relazione, ormai giunta alla fine, con Lello Riviera un giovane impiegato comunale. E quando anche Lello viene ucciso i sospetti aumentano. Ma ovviamente non è tutto così semplice. Lello infatti stava portando avanti una sua piccola indagine e l’essersi avvicinato troppo all’assassino ne ha causato la morte. Riuscirà Santamaria a scoprire l’identità del colpevole? E chi è quella misteriosa signora avvistata nei pressi dello studio della prima vittima? La soluzione si cela dietro un vecchio proverbio piemontese: La cativa lavandera a treuva mai la bona pera…
Tra libro e film
La Ditta Fruttero e Lucentini è stata un vero e proprio marchio di fabbrica per il giallo (e non solo) italiano. La donna della domenica è uno dei romanzi più noti, grazie anche alla trasposizione cinematografica con la regia di Comencini. I volti di Mastroianni, Trintignant, Volonghi e Bisset hanno lasciato una traccia indimenticabile nella memoria degli spettatori.
Il romanzo non ha una sola voce. Da un lato c’è il commissario Santamaria, siciliano doc, che segue pigramente le indagini, corteggiatore e corteggiato dall’affascinante Anna Carla. Dall’altro ci sono appunto Anna Carla e Massimo, svogliati membri della Torino bene. Non prendono nulla sul serio, vivono alla giornata tra lussi e pranzi, tradimenti e spensieratezza. Poi ci sono le sorelle Tabusso, le anziane e scontrose testimoni che vivono sulla collina, vicine al passeggio delle prostitute. E ancora Lello che fatica a integrarsi nel mondo di Massimo. E poi Garrone, Vollero e Bonetto diversi tra loro eppure tutti parte di uno stesso mondo che vive in superficie, senza mai andare all’essenza delle cose.
Torino e l’Italia tra ieri e oggi
La Torino che ne emerge non ha un aspetto lusinghiero. È grigia, arroccata in abitudini e tradizioni, chiusa nel suo piccolo mondo antico. Garrone e i suoi imbrogli alla fine rappresentano lo stesso lato della medaglia di Anna Carla, Massimo, le Tabusso o Vollero. Il lato dell’apparenza, del vuoto trastullarsi e del trascorrere l’esistenza in pomeriggi oziosi in collina o in città, in ville tutte eguali, tra l’antico e il moderno tra pettegolezzi risaputi e cicalecci sul nulla.
Un bell’affresco sull’Italia di ieri che non è poi così distante da quella di oggi. Decisamente uno dei rari casi nei quali libro e film si contendono la palma del migliore.