La casa sul promontorio di Romano De Marco, Salani editore
Il promontorio di Punta Acqua Bella in Abruzzo è il luogo isolato e tranquillo nel quale lo scrittore Mattia Lanza si è rifugiato per trovare ispirazione per un nuovo romanzo. Mattia è famoso, ricco, ha successo con le donne, ma una tragedia ha segnato per sempre la sua vita: due anni prima moglie e figli sono stati barbaramente uccisi. Il primo sospettato è stato lui, ma le indagini lo hanno completamente scagionato, pur restando, in qualcuno, dei dubbi sull’accaduto. Nessuno è riuscito a far luce sul mistero e il crimine è rimasto insoluto. Dal giorno della strage Mattia non riesce più a scrivere e la casa sul promontorio, trovata dalla sua agente che ha un debole per lui, potrebbe essere la sua ultima chance per ritrovare l’ispirazione. Di fronte alla sua abitazione c’è quella di Eva Albani, una donna affascinante che entra subito nella vita di Mattia e diviene la sua musa ispiratrice. La relazione si sviluppa di pari passo con la stesura del libro mentre fatti inquietanti si susseguono e riportano frammenti di un oscuro passato alla ribalta.
Ingredienti scelti
Casa isolata, presenze misteriose, amuleti dei nativi americani, omicidi irrisolti… gli ingredienti per un thriller ci sono tutti. A questi si aggiunge l’escamotage del meta libro, ovvero di un libro che racconta di un libro che racconta la vita del protagonista in un gioco di specchi che troverà una presunta soluzione solo alla fine. Solo nel finale infatti scopriremo chi sono i veri protagonisti e quali i loro giochi. Solo nelle ultime pagine troveremo le risposte e le soluzioni a tutti i misteri, a iniziare dal primo e più importante, la tragedia familiare di Lanza. La pista magica dei nativi resta in sottofondo e aggiunge solo un pizzico di esoterismo alla trama, senza dare un vero e proprio contributo e senza una particolare utilità, se non a livello di suggestioni che però non trovano sviluppi significativi.
Mattia è circondato da belle e affascinanti donne che si fanno in quattro per entrare nella sua vita. Giulia ed Eva, l’agente letterario e la vicina, sono donne diverse eppure eguali nei loro approcci amorosi con lo scrittore maledetto e nei loro tratti psicologici. Scaltre nel lavoro, deboli nelle relazioni affettive. Su di loro Lanza ha facile presa e controllo.
Doppio gioco narrativo
L’originalità del libro risiede nella doppia costruzione che gioca sul protagonista scrittore che scrive di se stesso e costruisce un libro confessione con un finale a sorpresa che a sua volta esce dal libro. La narrazione di Mattia e la sua vita reale si intrecciano e si confondono. Qual è la verità? Quella raccontata nel libro che Lanza sta scrivendo, quella investigativa o quella che fa capolino nell’epilogo? O forse tutte insieme… perché la verità non ha mai un solo volto, ha mille forme tante quante sono quelle della contorta mente dello scrittore protagonista. Innocente o colpevole sarà il lettore a deciderlo al termine del romanzo.