LAURA WALTER
Presentazione
Nasco ai piedi della Pedemontana Vicentina nel 1967, e i monti che circondano Schio, anche se non me ne rendo conto subito, mi restano dentro, con il loro abbraccio rassicurante e imponente, di verde e di azzurro cielo.
Alle elementari conosco “Favole al Telefono” di Gianni Rodari: è il mio papà che me lo legge alla sera, un po’ per volta, e io rimango letteralmente incantata.
Quei raccontini mi divertono, e sento che mi stanno trasmettendo qualcosa di importante, sotto al divertimento. Ne sento il valore.
Così, quando anni dopo mi diletto a scrivere, durante la preparazione della tesi universitaria, imito il grande Gianni, stilando delle “rodarate”.
Solo qualche anno più tardi trovo il coraggio di scrivere un testo più lungo, dopo essermi ispirata ad una graziosa rana che mi zompetta per la cucina in una sera d’estate.
Nasce così “La Grande PPP” (Fabbri 2005), il mio primo libro!
Ogni volta che ricordo il momento in cui ho ricevuto la mail che confermava che il mio romanzo stava per diventare un vero libro, mi commuovo moltissimo.
Un grande sogno si avverava!
Dopo il primo, ne sono seguiti altri, e spero tanti altri ancora ne seguiranno.
Tutti quelli che usciranno dal mio cuore per incontrare e far divertire, pensare, commuovere bambine e bambini, anche se contenuti all’interno di persone grandi.
Perché tutti noi ci portiamo dentro un bambino o una bambina, che ha bisogno di ridere, di scherzare, di riflettere, di sentirsi coccolata, di amare e di essere amata. Anche grazie alle parole.
Le parole sono importanti, creano speranza, e la speranza crea realtà positive.
Le parole sono magiche.
La serie di Mistica Maëva
Dopo il mio primo romanzo, ho deciso di scrivere un’Avventura sulla città di Venezia, che amo con sincerità, così suggestiva e accogliente, soprattutto negli scorci in cui si incontrano poche persone, che soffro realmente quando la vedo minacciata e invasa dall’acqua alta. Ho pensato allora che per salvarla bisognava scovare il segreto del suo legame con il mare: scovare il Vero Anello del Patto con il Mare, ed è proprio quello che faranno Maeva, il suo amico Giaki, la nonna di Maeva, ovvero la Super, ed il Professor Brusegan, grande amico della nonna e professore in pensione.
La loro avventura li porterà a scoprire una Venezia particolare, grazie anche alla compagnia ed al ruolo fondamentale di Baicolo, il rosso gatto di Maeva, e del suo migliore amico, il piccione per turisti Pastrocio.
Dopo Venezia, e dopo ben sei anni, ho sentito che era venuto il momento di far fare a Maeva e compagnia un bel giro nella mia, di città, ovvero Padova.
E così Mistica e Giaki, più grandi di due anni, passano un’intera estate a Padova, scovando sette chiavi concatenate, che li porteranno a ritrovare ove è celato un cannocchiale esoterico, l’Occhio dell’Anima. Tutto questo aiutati, stavolta, da un’intera Banda di Gatti Randagi, capitanati da Totò, nero cugino di Baicolo e gatto sciupafeline.
Intervista
Le domande di Camilla:
1)Nei libri di Mistica Maëva ambientati a Venezia e a Padova ci sono dei passaggi sospesi che conducono nel mondo parallelo delle maschere. In quali città si potrebbero trovare altri passaggi?
I passaggi si trovano, senza dubbio alcuno, in ogni città. Dipende dove uno vuole andare, e dove ha il coraggio di avventurarsi. I passaggi paralleli portano alla Corte del Tempo, è vero, ma forse condurranno anche in altre realtà parallele. Basta andare a cercare…
2)I due libri con Mistica Maëva mi sono piaciuti molto. Pensi di scriverne altri?
Grazie innanzitutto per aver amato i miei due primi libri, Camilla. E’ la soddisfazione più grande che io possa avere, quando una bambina o un bambino mi dicono che si sono divertiti con i miei testi. Regalare momenti di serenità e divertimento è prezioso e appagante.
Si, ne sto scrivendo un terzo, tutto ambientato a Verona, ma non anticipo troppo, per non rovinare la sorpresa. Spero sia pronto per il 2014.
Le domande di Cristina e Alfredo:
3) Da ragazzina ti piaceva molto leggere? Scrivevi anche qualche breve storia?
Si, mi piaceva molto leggere, mi piace ancora molto. Ho iniziato a scrivere filastrocche e brevi racconti alle elementari, poi ho continuato con poesie (che però tengo per me), e ho ripreso con i racconti.
4) Qual è il libro a cui ti senti più legata affettivamente?
Tra i miei libri, in realtà, nessuno prevale sugli altri. Ognuno di loro ha avuto una storia partecipata dietro. Quello a cui tengo di più è quello che sto scrivendo nel momento in cui mi si pone la domanda, perché è quella l’Avventura nella quale io sono coinvolta, in quel periodo. Quando scrivo un capitolo, mi diverto molto a seguire i miei personaggi nelle loro vicende, e credo fermamente che i sentimenti che io provo passino nella scrittura, suscitando emozioni anche in chi legge. Se ben orchestrate, come vi dicevo, le parole sono magiche.
Se invece volete sapere se ho un libro del cuore, credo che, oltre a “Favole al Telefono”, sicuramente ci sia, nelle letture infantili, tutta la serie di Piccole Donne, con particolare amore per il secondo “Piccole Donne Crescono”: Jo March e suo marito, che goffamente si dichiarano il loro amore, e la scuola aperta ai ragazzi meno fortunati che loro gestiscono con allegra autorevolezza e libertà mi hanno sempre affascinata. E chissà che non ci riesca anch’io, a trovare qualcuno con il quale costruire e vivere un progetto così bello, magari in una fattoria didattica. Vedremo.
5) A che età e come hai capito che volevi diventare un’autrice per bambini?
Ho ritrovato, mettendo a posto il garage, un mio tema della elementari, nel quale dicevo che avrei voluto fare la giornalista, quindi non lo sapevo, allora.
Credo che il mio cuore l’abbia però saputo quasi subito, quando si riempiva di ammirazione per la straordinaria capacità di Gianni Rodari di divertire e far pensare al contempo.
Io volevo fare quella cosa lì: far sorridere, far pensare, usando la leggerezza, che è una delle qualità più importanti che una persona può avere. Non essere superficiali, ma leggeri, pur non nascondendoci i problemi. Essere leggeri ti permette di guardarli dall’alto, e di scoprire come fare a risolverli.
Ho avuto il coraggio di provarci davvero a trentacinque anni. Toccare un sogno fa spesso molta paura, ma quando allunghi la mano per prenderlo, e metti azioni perché questo accada, stai facendo un grande passo verso la tua realizzazione, verso la possibilità di essere, davvero, te stessa.
6) La fantasia, gli scherzi, il sorriso, l’amicizia, l’amore e la lotta contro “il male” sono elementi presenti nei tuoi libri: è questa la strada da percorrere che vuoi indicare alle nuove generazioni?
Senza dubbio. La fantasia è la principale qualità con la quale si può guardare una situazione storta e trovare soluzioni. Gli scienziati sono i più fantasiosi, devono immaginare cose che non ci sono.
Ho già scritto un testo sul grande Galileo Galilei, e ne vado particolarmente fiera: un uomo che ha creduto in una visione dell’Universo in cui nessuno, o quasi, credeva.
Spero un giorno di poter rendere omaggio con un mio testo ad un altro grande visionario, Guglielmo Marconi: pensate che oggi utilizziamo le onde radio come fosse una cosa naturale, ma come ha fatto ad immaginare che la voce poteva essere trasportata su enormi distanze, tramite onde che non si vedono? Quante cose, ragazze e ragazzi, non si vedono, ma invece esistono, e possono essere la soluzione per una vita migliore, più piena, più gioiosa?
La fantasia, da sola, non basta. Serve fare insieme.
E per fare le cose INSIEME bisogna essere in grado di sorridere, di stringere amicizia, di fidarsi degli altri, perché le lotte sono dure, stancano, provano, ma se ci si sente sorretti da un gruppo, da un amico, tutto prende un altro colore e un’altra forza.
Anche noi umani siamo in rete, vinciamo solo insieme. E dirò di più: vinciamo solo insieme anche agli altri esseri viventi del pianeta, gli animali, e le piante. Tutti insieme, con rispetto.
7) Nelle tue opere traspare un grande affetto verso gli animali e una forte sensibilità ai problemi ambientali: quanto è importante che questi sentimenti vengano raccolti dal tuo giovane pubblico?
Importantissimo. L’ho detto anche nella risposta precedente. Per questo sono molto contenta che il mio libro appena uscito, “Zuppa fatata Zuppa stregata” (Paoline 2013), una divertente battaglia tra fate e streghe per accaparrarsi ingredienti genuini per le zuppe, sia patrocinato dall’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), e parli dell’importanza dell’agricoltura sostenibile e rispettosa del pianeta.
Spero di dare così un piccolissimo contributo, il mio, ad un lavoro collettivo di educazione al rispetto e alla creazione di valore. Chissà che qualcuno dei bambini che mi leggono si appassioni, e diventi un bravo agronomo, o uno scienziato visionario, o, molto più semplicemente, una persona che svolge bene il proprio lavoro, come auspico in “Dietro che c’è?” (Emme edizioni), filastrocca per spiegare ai più piccoli l’articolo uno della nostra Costituzione. Io spero di svolgere bene il mio, di lavoro, che è quello di accompagnare a crescere, non stando davanti, stando di fianco. Così cresco anch’io.
Intervista del 26/09/2013
Pubblicato per gentile concessione dal sito CSI-Multimedia di Cristina, Alfredo e Camilla