Intervista a Franco Forte e Vincenzo Vizzini
1) Scrivere un libro sul Ventennio non è facile, perché scegliere proprio quel periodo per l’ambientazione del vostro poliziesco?
Perché per la trama che avevamo in mente non poteva essere che quello… A parte gli scherzi, noi siamo giallisti e autori di romanzi storici, e il ventennio fascista, soprattutto traslato in una Sicilia davvero sconosciuta, è una “location” (fisica e temporale) straordinaria.
2) Cosa comporta la scrittura di un libro a quattro mani? Come si programmano tempi e organizzazione del lavoro?
In realtà abbiamo scritto due romanzi, ognuno con un proprio bagaglio culturale e un suo punta di vista. Poi c’è stato un profondo lavoro di omologazione e fluidificazione dei flussi narrativi, per dare al tutto un aspetto coeso e coerente. Un po’ come succede ai due protagonisti, che procedono affiancati e intersecati nell’indagine, seppure ciascuno con le sue peculiarità.
3) La dialettica e il confronto Nord e Sud pervadono tutto il libro, tra ironia e drammi reali, attraverso gli scambi di vedute dei due protagonisti. Come nasce la scelta di questa coppia particolare di investigatori?
La storia dell’Italia, così allungata sul territorio, ha da sempre vissuto vicende legate a bacini culturali molto diversi tra loro. L’Unità del 1861 è stata solo l’inizio di un confronto che ancora è presente. E dunque questa contrapposizione nord e sud, che certo non si è esaurita nemmeno oggi, era il motivo principale di approfondimento su cui puntare, e abbiamo cercato di farlo assumendo ciascuno di noi il punto di vista più congeniale.
4) Nel romanzo ricorrono i nomi di Fermi e del suo team, i famosi Ragazzi di via Panisperna. Sarebbero stati veramente disposti a fornire al governo fascista i risultati dei loro studi o l’ipotesi è solo finzione letteraria? La scomparsa di Majorana, a cui Sciascia ha dedicato un famoso libro, come si potrebbe inserire nella vicenda?
Majorana a mio/nostro avviso aveva già visto nella sua mente il futuro delle scoperte di Fermi, che da parte sua era iscritto al Partito Fascista, poi le leggi razziali lo hanno costretto a una scelta che coinvolgeva la sua famiglia. E quindi… chissà!
5) Il finale del romanzo sembrerebbe lasciare uno spiraglio aperto a un seguito. Rivedremo Vincenzo e Franco in una nuova indagine?
Noi ci siamo divertiti a mettere su carta un po’ quella che è la nostra amicizia, e non abbiamo certo intenzione di interromperla qui…