Il mare dagli occhi di Paolo Tomassi, edizioni Scatole Parlanti
Marina ha ventidue anni, vive a Roma e studia all’Università. Ha un talento per la pittura ma non riesce ad esprimerlo pienamente perché la sua creatività è bloccata da qualcosa nel suo animo. Ha un bel rapporto con la propria famiglia, solo ha pochi ricordi dei nonni e vorrebbe avere più notizie sulla loro la storia. Tramite un’amica di famiglia, Liliana, che conosceva bene la nonna, inizia un po’ alla volta a ravvisarne il volto, una ragazza in fuga dall’Istria in fiamme del dopoguerra. Grazie anche a dei diari che l’amica le farà avere, scoprirà un altro mondo e un altro tempo e il ritorno al passato si concretizzerà in un viaggio della memoria nei luoghi che hanno visto nascere la nonna e la sua complicata storia d’amore. Conoscere le sue origini sarà il motore di un cambiamento interiore e di una rimozione del suo blocco creativo.
Alla ricerca del sé
Siamo di fronte a un romanzo di formazione, scritto con uno stile leggero e scorrevole, dai tratti a volte lirici. I luoghi e la loro storia sono descritti e documentati con cura e precisione, nulla è lasciato al caso o alla fantasia. La maggior parte dell’ambientazione si svolge in Istria alla fine della guerra, nel periodo tumultuoso che ha portato molti abitanti a lasciare la loro terra sconvolta da una sanguinosa guerra civile. L’atmosfera è resa in modo efficace, come anche i sentimenti dei vari personaggi coinvolti: Mario, Elena, Vittorio, Livio, Marina, Liliana, Luca e Marco. Ma anche i protagonisti di contorno hanno una loro caratterizzazione accurata e concorrono a creare un testo coerente e armonioso.
“Osservando la foto appena scattata, Marina ebbe l’impressione che gli occhi dell’amica fossero in comunicazione diretta con quel mare. Era come se, attraverso gli occhi di Liliana, potesse anche lei raggiungere Pirano, come fossero due magnifiche lenti che le consentivano di guardare più lontano per perdersi felicemente in quella distesa dai riflessi violacei.”
Il mare riempie il paesaggio e riempie la narrazione con i suoi colori, le sue onde, il suo movimento ipnotico. Il mare che tra Venezia, Trieste e l’Istria così spesso ritorna nei romanzi di Tomassi.
Un’altra grande presenza è l’amore che viene declinato nelle sue mille accezioni: l’amore di coppia come quello tra Elena e Mario o Luca e Marco, quello familiare di Marina per i genitori, o ancora l’amicizia che lega Elena e Liliana e sopravvive al tempo e alla distanza.
E Liliana è il personaggio chiave della storia, il trait d’union tra passato e presente, tra Elena e Marina. La sua memoria è la memoria di un esodo, della ricerca della pace pagata con un distacco doloroso dalle proprie radici. E diverrà la memoria di Marina che ritrova non solo il volto di Elena ma anche il proprio. Per Marina e la nonna vale quello che ha cantato Guccini ricordando lo zio in Amerigo:
“E non capivo che quell’uomo era il mio volto, era il mio specchio, finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo.”