Il gioco delle maschere di Daniele Furia, Mondadori editore
El Bacanal del Gnoco è una festa carnevalesca che coinvolge tutta Verona. Grande è l’attesa per l’incoronazione del Papà del Gnoco che si svolge nel Venardi Gnocolar. Ma quel che aspetta il viceispettore Miriam Sannino e la sua squadra non è certo una festa. Nel giro di pochi giorni si verificano degli omicidi inquietanti in diversi quartieri della città. Quel che li accomuna tutti è che i corpi ritrovati sono vestiti con le caratteristiche maschere che rappresentano i rioni durante il Bacanal. Qual è il messaggio che vuole trasmettere il serial killer? Miriam con le colleghe Giusy e Patrizia e il nuovo arrivato Giovanni hanno l’incarico di portare avanti le indagini e di scoprire il filo conduttore tra i vari omicidi. Cosa unisce le vittime, così diverse tra loro? La risposta, come spesso accade è sepolta nel passato, in un evento che ha scatenato il desiderio di vendetta dell’assassino. Miriam dovrà affrontare il caso e allo stesso tempo tenere a bada il suo ex, Marco, un giornalista che sembra essere troppo ben informato sugli omicidi. Ma come se non bastasse sulla sua reputazione pende il ricordo del padre poliziotto accusato di corruzione e dichiarato morto in un incidente vent’anni prima. Miriam deve riscattare il cognome che porta e dimostrare le proprie capacità investigative.
Un thriller classico
Siamo di fronte a un classico thriller. L’originalità risiede sia nell’ambientazione, una festaiola Verona, lontana dalle frenesie metropolitane di Roma o Milano, che nelle modalità di esecuzione degli omicidi legate al Bacanal. Per il resto troviamo gli elementi tipici del genere quali la squadra affiatata di agenti e la protagonista con una vita sentimentale complicata, un passato difficile e un desiderio di riscatto.
La trama procede con coerenza di delitto in delitto scoprendo via via nuovi elementi che permettano di arrivare alla soluzione. E in effetti il colpevole risulta evidente molto molto presto…
Protagonista di non poco conto è poi Verona, con le sue strade e la sua periferia, una Verona che non è solo l’Arena e il Balcone di Giulietta, ma una città viva con luci e ombre. Il freddo dell’inverno e le giornate corte contribuiscono a dare un tono dark alla narrazione.
Simpatica anche l’idea di raccontare le tradizioni cittadine, in particolare quella del Bacanal, coinvolgendo il lettore nella parata di maschere tipiche veronesi tra termini in dialetto e digressioni storiche. Il Bogon, la lumaca, si snoda attraverso i rioni attraverso gli omicidi che in modo macabro simboleggiano il festoso corteo che attraversa la città. Il riso e il pianto si affrontano e si confrontano nelle indagini di Miriam e rappresentano il collegamento tra lei e l’assassino. Nel finale tutto si risolve e ogni pezzo trova la sua esatta collocazione lasciando la porta aperta a nuovi sviluppi per la carriera della giovane poliziotta.