Il Francese di Massimo Carlotto, Mondadori editore
Il Francese, questo è il soprannome di Toni Zanchetta, gestisce una dozzina di donne a cui ha assegnato nomi di fantasia: Valerie, Claire… Vive nel ricco Nord-Est e i clienti delle sue protette sono ricchi imprenditori e professionisti in cerca di avventure e di giochi fantasiosi. Il Francese, dopo una lunga gavetta in giri di prostituzione, ha allestito la sua personale maison, per clienti mediamente facoltosi e con ragazze che non lavorano sulla strada ma in case o alberghi e in condizioni di sufficiente sicurezza. Ma ecco che proprio quando i suoi affari stanno andando a gonfie vele, una delle sue mademoiselle sparisce nel nulla. Il primo sospettato è proprio lui, l’ultimo ad averla vista mentre la accompagnava da un cliente dal quale non è mai arrivata. Per riuscire a scagionarsi si improvviserà detective e cercherà la verità dietro a questa imprevista sparizione.
Il lato oscuro del Nord-Est
Carlotto crea un personaggio sufficientemente antipatico e realistico. Toni Zanchetta si nutre e rappresenta il lato oscuro del ricco Nord-Est. Un territorio descritto senza veli dove corruzione, delinquenza, malaffare rappresentano il contraltare di fortune sorte dal nulla e che prosperano felicemente. C’è un mondo altro che vive al riparo dalla luce, il mondo delle fantasie che soddisfano le ragazze di Toni e il mondo della mala che le sfrutta. Stranieri e autoctoni si contendono il dominio del territorio tra droga, armi e prostituzione.
Questo è lo sfondo che vede muoversi i personaggi, Toni in particolare. Decisamente un antieroe che deve dimostrare la sua innocenza riguardo al singolo episodio della sparizione della ragazza. Un protagonista con il quale è difficile solidarizzare, specialmente quando tenta di giustificare il suo operato e la sua carriera.
Lo stile di Carlotto è pulito, scorrevole, procede fino alla fine senza intoppi nel ricostruire un mondo scabroso dove regna una normalità malata. L’autore conosce bene la realtà in cui si muove, quel Veneto terra di miracolo economico dove luci e ombre si confondono e dove la mentalità è rimasta quella gretta e sospettosa dell’ambiente contadino, affamato fino a ieri e poi sorprendentemente arricchito. La provincia dove tutti parlano male di tutti, dove l’apparenza conta molto più della sostanza, così simile a quella descritta con distaccata e spietata ironia da Pietro Germi nel suo celebre film Signore e Signori.
La costruzione del giallo, con il suo epilogo sorprendente, rispecchia i canoni del noir con il detective improvvisato che conduce le sue indagini in vece della polizia che si lancia sul primo sospettato senza valutare gli indizi con troppa attenzione, E d’altra parte come non scusare le forze dell’ordine se il sospettato è comunque colpevole per mille altri motivi? Alla fine l’importante è che il colpevole paghi per uno dei suoi tanti delitti, ma Toni non ci sta…