Il canto della falena di Maria Elisa Aloisi, Mondadori editore
Ilia Moncada è una giovane avvocato in carriera. Lavora nello studio del padre di un’amica e collega e conduce una vita tranquilla a Catania. Appena può va a trovare l’anziana zia Ofelia che l’ha cresciuta e per la quale nutre un sincero affetto. La sua collega, a caccia di notorietà, la convince a prendere in mano un caso che ha riempito le pagine di cronaca, quello di Speranza Barone, una donna sospettata di aver ucciso il marito. L’uomo, un commercialista invischiato in affari loschi, viene ritrovato ucciso nella sua seconda casa, una villa alle pendici dell’Etna. Tutte le piste sembrerebbero portare alla moglie, eppure Ilia è convinta della sua innocenza. Grazie al suo intuito e a qualche aiuto informatico, offerto dai colleghi dello studio, scoprirà la verità sull’omicidio e sulla triste verità sottostante.
Legal thriller alla siciliana
La trama è ritagliata secondo gli schemi del classico legal thriller americano. Da un lato l’avvocato con il suo intuito infallibile e dall’altro l’imputato innocente che va difeso a ogni costo. In questa tipologia di gialli il legale svolge il ruolo del detective che dovrebbe essere normalmente svolto dalla polizia. A lui quindi spetta il compito di indagare, interrogare i sospetti, cercare le prove, smascherare il colpevole.
Come nei romanzi di Gardner o di Connelly il fulcro della trama è incentrato sul dibattimento in aula dove si attua lo scontro tra pubblico ministero e avvocato della difesa e che si configura come un vero e proprio duello, tanto più che in questo caso tra Ilia e il suo rivale c’era stata anche una relazione.
I personaggi di contorno hanno una loro connotazione che li rende facilmente riconoscibili, dal collega nerd al factotum che parla in dialetto, dalla zia affettuosa all’amica-collega frivola e narcisista.
Naturalmente non può mancare il pizzico di romance incentrato su Ilia che si invaghisce del bel conduttore televisivo, tanto invadente quanto irresistibile.
Al posto dell’esotica e affascinante Los Angeles dei romanzi made in USA, c’è Catania con i suoi pittoreschi scorci sul mare. Una Catania adocchiata in superficie senza mai scendere nei dettagli né dal punto di vista artistico e culturale, né da quello sociale.
Quella che fa capolino non è la Sicilia di Montalbano con le sue mille contraddizioni, ma una Sicilia da cartolina dai tratti appena abbozzati. Quel che contraddistingue Camilleri, sulla scia di Sciascia, sono le riflessioni e le frequenti divagazioni sulla politica, la società e i mali che la affliggono affogate in una amara ironia. Nella moltitudine di gialli ambientati in Sicilia i due grandi autori restano due modelli difficilmente eguagliabili per capacità di scandagliare l’animo umano e di fare luce su problematiche spesso scottanti.
Questo di Maria Elisa Aloisi in definitiva è un giallo con vena rosa dallo stile scorrevole per una lettura veloce senza troppe pretese.