Antimaidan di Max Bonelli, Armando editore
Tutti abbiamo assistito in televisione all’Euromaidan. Il nome non inganni, non si tratta di un festival, ma della rivolta di piazza che ha caratterizzato un punto di svolta nella società Ukraina nel 2014. Un Presidente, legittimamente eletto, destituito dal popolo, una protesta contro gli oligarchi fomentata da altri oligarchi, gruppi di destra filonazisti dalle dubbie motivazioni: questo è il curioso pasticcio descritto dall’autore che ha vissuto i fatti in prima persona. Bonelli si chiede cosa ci sia dietro a tutto questo e perché Usa ed Europa si siano subito affrettati ad applaudire e a celebrare la rivolta popolare tacendo le molte stranezze. Ma le domande sono davvero tante e riguardano il ruolo dei militari stranieri nell’appoggiare quello che potrebbe definirsi un golpe e il ruolo dell’estrema destra che improvvisamente va a braccetto con i suoi nemici storici.
Attenti al Donbass
Quel che accade subito dopo va sotto il nome di Antimaidan ed è la controrivolta del sud est ukraino, l’ormai famoso Donbass, dove la maggioranza della popolazione ha origini russe e parla russo. La regione si è sentita all’improvviso minacciata, privata di molti diritti, primo tra tutti l’uso della lingua madre, e presa di mira dal nuovo regime. Le rivolte spontanee, che l’Occidente ritiene a torto o a ragione fomentate da Mosca, vengono duramente represse e in breve scoppia la polveriera in tutto il sud est russofono che sfocerà nella strage di Odessa.
L’autore si chiede perché i media occidentali non riportino tutte le notizie ma diano risalto solo ad alcune, spesso falsandole. Chi vuole un Ukraina destabilizzata e “libera” da influenze russe ma aperta a quelle degli occidentali subito pronti a sfruttare i ricchi giacimenti di gas scisto del Donbass?
Controstoria
Il libro racconta una controstoria, rispetto a quella narrata dai media occidentali e si pone come punto di partenza per capire quello che è accaduto pochi anni dopo. personalmente credo che sia sempre importante, quando si studia un fatto storico, sentire più fonti, interpellare più voci, vedere ciò che accade da diversi punti di vista.
Di sicuro quando la narrazione di tutti i media è uniforme vuol dire che qualcosa non funzione. L’informazione dev’essere una polifonia di voci e di opinioni. Se le voci si riducono a una sola significa che non si vuole ascoltare l’altra campana perché in qualche modo la si teme e perché fa comodo orientare l’opinione pubblica in base ai propri scopi.
Si possono anche non condividere tutte le opinioni di Bonelli, è certo però che sarebbe necessario fare luce su tanti eventi della storia contemporanea, come la guerra del Golfo o lo scioglimento dell’URSS e smetterla di accettare acriticamente tutto quel che ci viene propinato dai media.
E non posso a questo proposito non ricordare Giulietto Chiesa che in tempi non sospetti, già nel 2015, profetizzava: la Terza Guerra Mondiale scoppierà dal Donbass… E spiegava lucidamente cosa sarebbe potuto accadere, ed è effettivamente accaduto pochi anni dopo, motivandone le ragioni e indicando gli attori internazionali.