Il cimitero di Venezia di Matteo Strukul, Newton Compton Editori
In una Venezia del Settecento in stile hollywoodiano, il pittore Antonio Canal, detto il Canaletto, tra un quadro e l’altro partecipa a una pericolosa indagine affidatagli da nientepopodimeno che Sua Serenità il doge Alvise Mocenigo. Nel suo dipinto Rio dei Mendicanti raffigura un uomo il cui aspetto insospettisce un’amica del doge. Ella teme che sia il marito immischiato in qualche losco affare, visto il quartiere malfamato in cui è sorpreso. Antonio inizia così a investigare, dapprima in modo discreto, poi sempre più aperto. Scoprirà così una congiura di palazzo che ha al centro una loggia massonica e un inquietante e crudele personaggio. Nel frattempo due giovani figlie di patrizi sono barbaramente uccise e Antonio vuole rendere loro giustizia. Che le due indagini siano collegate? Al lettore l’ardua scoperta.
Una città museo
Venezia è non solo un museo ma anche un teatro a cielo aperto. In ogni epoca e circostanza le sue calli e i suoi campielli sono una scenografia perfetta per romanzi thriller, gialli, romantici, esistenziali. Come non subire il fascino sottile e immortale di una città cantata dai più grandi poeti e scrittori? Nell’immaginario collettivo Venezia è ormai il luogo misterioso e romantico per antonomasia.
Negi ultimi decenni, sulla scia de Il nome della rosa, si sono moltiplicati i romanzi storici con protagonisti inventati o realmente vissuti, la cui vita e avventure sono state modificate all’uopo. In questo caso ci troviamo alle prese con il celebre Canaletto. I suoi dipinti, realizzati con l’ausilio della camera ottica, ebbero successo a Venezia e piacquero molto anche in Inghilterra, grazie anche alla figura del mercante Joseph Smith e a Owen McSwiney. Entrambi compaiono nel romanzo assieme ad altri personaggi storicamente esistiti.
Prima e dopo Napoleone
Il cimitero presente nel titolo si riferisce all’ossario di Sant’Ariano, un’isoletta nei pressi di Torcello, disabitata dal 1500 e quindi cinta da un muro e utilizzata come deposito dei resti riesumati dai numerosi cimiteri cittadini. Infatti fino all’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804, le salme si tumulavano nei cimiteri parrocchiali. Dopo quella data il luogo di sepoltura ufficiale di Venezia divenne quello di San Michele che sorge sulle isole di San Michele e San Cristoforo, nei pressi di Murano. Fino al 1933 Sant’Ariano era il luogo quindi dove venivano ammassate le ossa di sgombero. La loro quantità era tale da costituire un inquietante strato alto quasi tre metri. Solo in epoca recente il terreno è stato spianato e la porta di accesso murata. L’altro cimitero citato nel romanzo è quello ebraico, poco distante dalla chiesa di San Nicoletto al Lido, all’altro capo dell’isola rispetto a Malamocco. Non è chiaro perché Owen e Antonio giungano in barca da Venezia a Malamocco e quindi prendano la carrozza per arrivare a San Nicoletto passando per Santa Maria Elisabetta. Non sarebbe stato più logico approdare direttamente vicino alla zona del cimitero? Forse sarebbe stato meno coreografico, però più realistico e sicuramente meno faticoso visto che a quel tempo le barche erano a remi.
Amori e misteri
La scrittura è scorrevole, i personaggi rientrano negli standard del genere e la trama, thriller ma non troppo e con incursioni nel romantico, prelude a nuove indagini del prode pittore. Sicuramente un testo adatto e gradito al grande pubblico.
L’ampia e variegata bibliografia citata alla fine, sia pure di testi per lo più divulgativi, dimostra una notevole e lodevole velocità di consultazione rispetto ai tempi, tipicamente di pochi mesi, nei quali gli autori sono soliti scrivere i loro romanzi.