Moon Lake di Joe R. Lansdale, edizioni Einaudi
Daniel Russell è un adolescente e vive con il padre dopo che la madre se n’è andata di casa. In un giorno d’inverno del 1968 il padre decide di portarlo a vivere nella città dov’era nato, sulle rive del Moon Lake. Un’amara sorpresa però attende il ragazzo. Il padre, giunto sul ponte, sfonda con la macchina il parapetto e si getta nel lago. Daniel riesce a salvarsi grazie al tempestivo intervento di una ragazza che lo riporta a riva. Ronnie Candles ha circa l’età di Daniel e vive con i genitori poco fuori della cittadina in riva al lago. Danny può restare per un po’ con loro, ma non per sempre. Infatti Daniel è bianco, i Candles no, e per la morale dell’epoca questo è un grosso problema. Quando finalmente rintracciano sua zia, Danny lascia controvoglia la sua nuova famiglia e inizia una nuova vita. Terminata l’Università è diventato uno scrittore. Dopo che anche la zia è morta e il giornale per cui lavorava ha chiuso i battenti, Danny decide di tornare a Moon Lake, tanto più che gli è giunta la notizia che è stato ripescato il corpo di suo padre. Sono trascorsi dieci anni, Ronnie è diventata poliziotta e i Candles hanno piacere di rivederlo. Trovato alloggio in paese Daniel scoprirà che il corpo di suo padre non è l’unico a essere emerso dal fiume. Qual è il senso delle nuove macabre scoperte? La risposta va cercata nel passato della vecchia città che un tempo si trovava dove adesso c’è il lago…
Una società dalle mille contraddizioni
Il racconto si snoda tra gli anni Sessanta e Settanta, in un periodo turbolento della società americana del sud. I rigurgiti razzisti non si sono mai sopiti e la convivenza tra neri e bianchi non è sempre ideale. La tematica razziale è una di quelle care a Lansdale che non esita a mettere in evidenza le tante contraddizioni nella storia degli USA. Il razzismo è il primo, il potere incontrollato da parte di un’oligarchia è il secondo. Il governo della piccola cittadina di provincia infatti è un microcosmo che riflette il macrocosmo dell’intera società americana. La gestione del potere è in mano a una lobby che decide cosa è bene e cosa è male e organizza traffici legali e illegali in base solo al proprio interesse. Il potere si tramanda secondo vincoli familiari, le decisioni dei capi non possono essere messe in discussione e i cittadini possono solo scegliere se accettare le condizioni imposte o andare altrove. Chi tenta di mettersi contro chi comanda non ha vita facile e rischi addirittura la vita. Ieri, come oggi, i forti contrasti all’interno degli USA cozzano contro l’immagine che viene offerta agli “spettatori” esterni. Povertà, razzismo, violenza sono elementi difficili da sradicare in una società che ha fatto del culto delle armi e della ricchezza a tutti i costi un fondamento.
Il lieto fine che attende Danny è l’apparente vittoria del grande sogno americano che prevede che tutti abbiano la possibilità di realizzarsi e di ottenere giustizia. Un grande sogno, appunto…