Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin, edizioni e/o
Violette Trenet in Toussaint non ha avuto una vita facile. Orfana cresciuta tra istituti e famiglie affidatarie, a nemmeno diciotto anni si innamora di Philippe Toussaunt, un bel tenebroso di dieci anni più vecchio di lei. Dopo l’idillio dei primi tempi e la nascita di Leonine, una splendida bimba, le cose iniziano a cambiare. Philippe rivela la sua natura di sfaccendato che vive alla giornata tra videogiochi e giri in moto a caccia di avventure. La coppia riesce a trovare un lavoro a guardia di un passaggio a livello e la vita scorre monotona. L’unica gioia è Leonine fino a quando, su insistenza dei genitori di lui, che mai hanno accettato Violette, i due decidono di inviare la propria bambina in vacanza in un luogo frequentato dalla buona società. Quel che accade segnerà per sempre la vita di Violette. Il suo nuovo lavoro come guardiana al cimitero di un piccolo paesino della Borgogna la porterà a lenire il dolore attraverso il dolore altrui e a trovare pace tra i fiori del suo giardino.
Spoon River alla francese
Il libro si presenta inizialmente come una sorta di Spoon River in salsa francese. Il lettore si muove tra le tombe del piccolo cimitero, tra lapidi e targhe, dolori e racconti di mille vite. Poi la voce di Violette inizia a prendere il sopravvento narrando la sua vita alternando presente e passato. Scopriamo poco a poco la sua storia sfortunata, ne condividiamo le emozioni, il suo lento cambiare e maturare. Poi improvvisamente alla sua voce si sovrappongono quelle di altri personaggi, Irene, Genevieve, Philippe e ne seguiamo il percorso, rivediamo le stesse scene ma da un altro punto di vista perché nulla ha un solo aspetto e nulla è come sembra. Le persone sono più complesse di quel che appaiono e gli intrecci tra le loro vite sono insondabili e imprevedibili. Sullo sfondo la tragedia che ha segnato Violette e che solo alla fine troverà un colpevole, quando ormai la donna ha trovato il suo equilibrio interiore grazie a Celia, Sasha e Julien.
Alla storia in primo piano di Violette si sovrappone quella di Irene, del suo amore tormentato per Gabriel che sarà motivo indiretto dell’arrivo del figlio Julien nel piccolo cimitero.
Fiori e rinascita
Quella di Violette è una storia di cadute e di rinascite, di sorti ribaltate perché nessuna sconfitta è definitiva. La vita riserva mille sorprese dietro l’angolo, alcune devastanti e altre meravigliose. Imparare ad affrontare giorno dopo giorno le avversità è una sfida e la Natura aiuta Violette attraverso i fiori, gli alberi, la terra. Coltivare l’orto diventa un modo per recuperare la sintonia con il mondo, con il tempo, con chi non c’è più, con la presenza di un’assenza.
Una fiaba moderna
La narrazione è scorrevole tra ironia e tristezza. A volte, per i miei gusti, indulge troppo al sentimentalismo facendo leva sulle emozioni del lettore più che sullo spessore dei contenuti. E in questo senso si presentano anche i personaggi, fortemente caratterizzati nel bene come nel male, senza mezze misure. Eroi e cattivi a tutto tondo e modalità narrative la rendono una gradevole fiaba moderna dove il lieto fine, contrariamente a ciò che avviene nel mondo reale, è sempre d’obbligo.