Tabula Rasa di Danila Comastri Montanari, Mondadori editore
Una trasferta in Egitto
Il fido Castore, il factotum del senatore Publio Aurelio Stazio, protesta come di consueto, non soddisfatto della trasferta in terra egizia. La casa fresca di restauro sul delta del Nilo non sembra essere degna delle aspettative del liberto greco, ma Publio Aurelio, in missione diplomatica, non sembra, in verità, preoccuparsene troppo.
E proprio mentre gli operai stanno terminando di scavare il vialetto ecco riaffiorare dalla terra il corpo di una giovane donna, la cui sepoltura sembrerebbe piuttosto recente. Gli unici indizi per scoprire la sua identità sono un velo giallo che le copre il capo e su cui compare il nome Aglaia e una fibula di oricalco che raffigura la dea gatta Bast. Perché qualcuno avrebbe dovuto seppellire proprio lì la ragazza, e soprattutto perché? Il senatore è convinto di trovarsi di fronte a un probabile omicidio, esattamente quel che ci voleva per rendere il suo viaggio più eccitante! Non la pensa così invece Castore che si defila prendendosi un lungo periodo di ferie e lasciando la parte di segretario al giovane Efraim ben Baruk.
Come in ogni giallo che si rispetti il primo passo sarà quello di analizzare il cadavere e chi meglio dell’anziana imbalsamatrice Ftia può avere dimestichezza con la morte?
Il senatore inizia così le sue indagini che si intrecciano con lo scopo principale della sua visita: da un lato scoprire la spia che informa i Parti sulle mosse di Roma e sulla partenza di preziose navi da carico e dall’altro portare avanti un negoziato con i nemici per impedire una nuova sanguinosa guerra.
E le cose si complicano ancora di più quando dal giardino della casa di Aurelio spunta un altro cadavere la cui morte risale almeno a dieci anni prima…
L’investigatore Publio Aurelio
Anche in trasferta Publio Aurelio non si smentisce con il suo contorno di belle donne, politici intriganti, crimini da risolvere. L’atmosfera alessandrina è descritta con dovizia di particolari e cura storica, come consuetudine della Comastri. La puntuale ricostruzione di ambienti, usi e costumi sono un suo costante marchio di fabbrica. E altrettanto costante è l’ironia che pervade le pagine tra i lazzi scontrosi di Castore che appare e scompare e gli innamoramenti fugaci di Aurelio.
La narrazione si svolge con una varietà di personaggi che riempiono tutte le sfumature dalla commedia alla tragedia. Tipici della farsa troviamo la buffa coppia Lanato e Dentato o lo stesso Castore con i suoi comportamenti sopra le righe da servo scaltro che lo rendono simile quasi a un Arlecchino. Personaggi tragici sono invece l’enigmatico Nicomaco o l’affasciante e inquieta Candida.
CSI dell’antichità
Quello che rende atipico questo caso è la meticolosità di indagine condotta con una tecnica straordinariamente moderna, quasi da CSI. Vediamo infatti come l’abile Ftia riesce a datare il cadavere in base alle fasi di sviluppo delle larve degli insetti che depongono le uova nella carne, rivelandosi una sorta di Grissom ante litteram. E notiamo inoltre come. osservando con una primitiva di lente di ingrandimento dei granelli di terreno trovati vicino alla sepoltura, si giunga alla conclusione di quale suolo avesse in precedenza calpestato l’assassino. Tutti indizi utili per arrivare alla soluzione e scoprire, ancora una volta, il colpevole.