Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, Feltrinelli editore
La marchesa de Merteuil e il visconte di Valmont sono amici e amanti diabolici. Ciascuno conduce una vita all’insegna dell’intrigo e della ricerca del piacere. Attraverso un carteggio che li vede protagonisti scopriamo le loro trame e come riescano a coinvolgere e sedurre le loro ignare vittime.
Il visconte di Valmont si è invaghito di Madame de Tourvel, una donna giovane, sposata e dalla fama di assoluta moralità. Diventa un suo punto d’onore farla cedere alle sue avances per il puro gusto di ottenere una conquista ritenuta impossibile. La marchesa de Merteuil invece vorrebbe che si impegnasse a sedurre la giovanissima Cécile de Volanges promessa al conte di Gercourt reo di averle fatto torto.
Valmont è impegnato nella sua impresa e inizialmente disdegna di dedicarsi alla ragazza che nel frattempo si innamora del giovane Danceny. Ecco che allora visconte e marchesa decidono di favorire l’amore clandestino per giungere comunque all’effetto sperato: disonorare Cécile per far dispetto a Gercourt e anche alla madre di Cécile che ha cercato di dissuadere Madame de Tourvel dall’iniziare una relazione con Valmont ritenuto un dissoluto libertino. Finché attende la resa della sua preda Valmont decide di divertirsi con Cécile e iniziarla ai piaceri dell’amore. La vendetta dei due diabolici amanti sembrerebbe perfetta ma qualcosa si incrina nel loro rapporto e l’amicizia si trasforma in odio e gelosia sfrenati che conducono entrambi alla distruzione, assieme a quella delle loro ignare vittime.
Un carteggio senza tempo
Il carteggio inventato dall’autore è una perfetta sintesi dell’instabilità dell’animo umano. I due personaggi principali, i due costruttori delle diaboliche trame, sono un’evidente iperbole della dissolutezza e della malvagità che pervade l’uomo. Tutto è esagerato nel loro comportamento volto solo a soddisfare il piacere e a distruggere chiunque si opponga ai loro desideri. Non c’è pietà, non c’è pentimento nel loro agire ma solo una strategia raffinata e precisa che li porta a sedurre le loro prede e quanti altri siano necessari ai loro scopi.
La dissoluzione finale dei due perfidi amanti è solo un inchino dovuto alla morale del tempo ma quel che emerge dalle pagine è una sorta di ammirazione per i piani perfetti dei due complici e una denuncia dell’ipocrisia della società. Quello che viene criticato e ritenuto pubblicamente immorale è in realtà praticato da tutti e gli unici a essere per così dire onesti nei loro intenti sono proprio la marchesa e il visconte. I loro metodi sono subdoli, psicologicamente raffinati e tortuosi, in grado di far cedere le loro vittime apparendo nobili anziché crudeli e spietati.
Un quadro del Settecento che potrebbe adattarsi a qualsiasi tempo e un monito per tutti a non credere mai alle apparenze perché non si sa chi si cela davvero dietro la maschera dell’affabilità e dell’altruismo.