Gialloparma di Alberto Bevilacqua, Mondadori editore
Giulio Pagani è un affascinante Casanova di provincia. La sua vita frivola e senza nessuna finalità apparente sembra essere a una svolta quando decide di sposare Margot Corradi, una bella e chiacchierata ragazza, figlia illegittima dell’imprenditore Corradi. Ma qualcuno non vuole questa unione e il bel Giulio viene ucciso in un pioppeto dove si era appartato con Margot.
I possibili colpevoli sono molti, praticamente quasi tutti i mariti della cittadina, oltre a Luisa Corradi che non ha mai accettato la figlia nata da un’avventura del marito. Sulla vicenda indaga il giudice Bocchi, uno dei tanti uomini infatuati della bella Margot anche se sa che la ragazza sarà in grado da sola di capire chi è il vero assassino.
Un anti-giallo
Ogni tanto è bello ripescare libri di autori del Novecento che ormai non sono più di moda. Alberto Bevilacqua ha vissuto una lunga stagione di notorietà come scrittore e come regista di film tratti dai propri libri, tra i quali appunto Gialloparma.
Non è un libro adatto a chi frequenta gialli classici o thriller nordici, qui non troviamo infatti tensione e scervellamenti del detective di turno. Non ci sono colpi di scena e il delitto avviene a metà della narrazione, quasi un evento come un altro, senza particolare rilievo. La narrazione è tutta giocata sul filo delle descrizioni del comportamento di un campione umano, quello della provincia.
La provincia italiana
Il tema non è così insolito, lo ritroviamo in libri di altri autori come Nantas Salvalaggio o Fruttero & Lucentini o in film meravigliosi come Signore & Signori di Pietro Germi.
La provincia italiana è un serbatoio di personaggi, sempre eguali e sempre diversi. È un ambiente fatto ci chiacchiere e pettegolezzi dove tutti si conoscono e sanno bene quel che accade di lecito e di illecito. Il comandamento principale è nascondere i propri vizi o, se non è possibile, negarli pubblicamente fino all’estremo per salvare le fatidiche apparenze.
Già nel titolo troviamo il primo indizio: Gialloparma. Giallo non è solo il colore di un genere letterario con vittima e assassino ma è anche il colore predominante delle case di Parma, una delle protagoniste indiscusse del romanzo.
E poi ci sono i personaggi: Margot, Giulio, Fabrizio, Franca, il giudice che ricordano la narrativa di Alberto Moravia con la loro indifferenza e noia di vivere. E non possiamo non notare le caricature come il Minotti o il Carboni, eccessivi nella loro triviale mancanza di qualità.
Ma l’ultima parola spetta a Bevilacqua stesso che ci indica qual è la sua idea di giallo che in fondo non è così distante da quella di Agatha Christie:
“Mentre l’assassino spicca e ha la coerenza, il coraggio di esporsi alla condanna del suo misfatto, gli altri, la maggior parte dei presunti onesti, nascondono il richiamo delittuoso dell’origine nella vita di ogni giorno, senza avere la coraggiosa follia di macchiarsene le mani, lo traducono nella malvagità quotidiana in cui si mimetizzano. Assassini a modo loro, perché inetti, codardi…”