Gli occhi della notte di Maria Visentin, Edizioni SEM
In una Milano grigia e fredda di fine novembre la vicequestore Giulia Ferro deve indagare su un caso delicato. Una bambina di sette anni scompare e dopo un paio di ogni è ritrovata morta. Le possibilità sono tante e la vicequestore, assieme all’ispettore capo Alfio Russo, deve vagliarle tutte. Le circostanze della scomparsa sono strane: la bambina, Cinzia, era al parco con la sorella maggiore seduta in panchina con il fidanzato. All’improvviso non la vedono più. Nei dintorni non c’è nessuno, nessun testimone se non i due ragazzi. Subito scattano le ricerche ma della bimba non c’è traccia. Il ritrovamento del corpo in una valigia, a distanza di due giorni crea altre perplessità.
Com’è morta la vittima? Dove è stata nascosta? Tante domande e nessuna risposta. Nessuna pista ha solide basi. SI passa da un giovane con il cappello rosso che spesso vagava per il parco, all’improbabile ex della maestra della bambina, al maniaco, alla possibilità di ricatto del padre di Cinzia per i suoi loschi affari con la criminalità organizzata. La soluzione sarà molto più banale…
Gialli e regole
Come in buona parte dei polizieschi la detective protagonista è un personaggio tormentato, dal passato difficile e oscuro. Pezzo dopo pezzo conosciamo la storia di Giulia, della sua infanzia infelice che l’ha portata a perdersi e poi ritrovarsi nella scelta di entrare nella polizia come una sorta di riscatto. La sua è una volontà di stare dalla parte delle vittime, come solo chi è stato a sua volta vittima può fare.
La scrittura è pulita e scorrevole, ma Il testo risulta essere complessivamente troppo lungo rispetto allo sviluppo della trama.
La trama infatti si dipana lenta senza particolari scossoni e tensione emotiva. Le false piste hanno deboli e insufficienti motivazioni e occupano quasi tutto il romanzo. Non si nota però uno scavare a fondo nei mali della società o nella psicologia dei personaggi per cercare risposte e l’unico tratteggio psicologico è quello della protagonista.
La soluzione si delinea nel finale quando le indagini si focalizzano su chi avrebbe dovuto essere sospettato sin dall’inizio, come insegnano le regole di CSI, serie televisiva cult.
A fianco della protagonista c’è Russo, l’immancabile spalla, e quindi una serie di personaggi standard: il piemme Cardini sfuggente e timoroso, il questore Matrocca che vuole risultati immediati per non sfigurare con l’opinione pubblica e soprattutto con i politici, l’ispettore Saporiti con il quale non riesce proprio a legare, il medico legale Pannofino con il suo humor macabro, la scontrosa Fiammetta a capo della scientifica.
Lo sfondo è una Milano di inverno, con le giornate corte, un buio incombente e una periferia anonima: fredde atmosfere, parchi vuoti di bimbi, gente che passa frettolosa, nulla che la caratterizzi.
Una lettura semplice e veloce.