Il borgo dei segreti intrecciati di Simona Soldano, Garzanti editore
Martina è una giovane artista che sta attraversando un periodo di crisi creativa. Dopo una strana vacanza in un’isoletta nel mar Tirreno che l’aveva vista improvvisarsi detective, torna a Roma. Ma in città non si sente a suo agio, ha bisogno di un luogo tranquillo che le consenta di riordinare le idee e ritrovare l’ispirazione perduta. Si reca così a Borgo Grifone, un piccolo borgo in terra umbra con poche case circondato dalla campagna. Il centro è costituito da una villa antica abitata da una contessa che affitta le sue proprietà e organizza corsi di pittura tenuti dal maestro Fiorenzini. Martina spera di riuscire a incontrarlo e di ritrovare grazie a lui l’ispirazione perduta. E invece ecco che di nuovo si ritrova invischiata in un crimine. Il celebre Sergio Miniere, puntiglioso critico d’arte, viene ritrovato morto nel labirinto della villa. Omicidio o incidente? Martina decide di indagare e inizia a interrogare tutti gli affittuari della contessa, nonché i suoi parenti e conoscenti. Gli omicidi continuano e non sarà facile venire a capo del mistero. L’aiuto del fedele amico Michele e dell’astuta nipote Magda saranno fondamentali per la soluzione.
Pochi abitanti tanti segreti
La trama, contorta e improbabile, vede al centro il finto idilliaco paesino e i suoi abitanti. Il borgo è composto da tante piccole casette tutte attaccate tra loro e che fanno da corona alla villa che costituisce il centro di attrattiva principale e il luogo attorno a cui si svolge tutta la narrazione. Qui ci sono il giardino con il labirinto, le sale dove tenere i corsi, lo studio di Fiorenzini, l’abitazione della misteriosa contessa, il pavone spennacchiato e aggressivo.
Martina è l’intrusa che guardando dall’esterno riesce a trovare il bandolo della matassa. Il labirinto, teatro del primo delitto, è la metafora che rappresenta tutta l’indagine di Martina: solo mantenendo ferma la direzione si può uscirne. I personaggi di contorno sono velocemente abbozzati e servono da supporto alla protagonista. Curiosa la trovata degli aiutanti “virtuali”. Martina infatti gestisce un blog e i suoi affezionati lettori la aiutano nelle ricerche e le offrono consigli. Ognuno di loro appartiene a una categoria diversa: troviamo la romantica, l’acculturato, l’appassionato di computer, lo scaltro, l’adolescente ribelle. Il blog è una bizzarra sorta di club dove i pochi fedeli partecipanti chattano e si scambiano consigli e confidenze. Tutti sono dipinti all’insegna dell’ironia e creano un’atmosfera di allegra caccia all’assassino.
Come è tipico del giallo classico la vittima è una persona antipatica, umanamente insopportabile e il colpevole ha una triste storia alle spalle che ne spiega il comportamento.
Lo stile e il linguaggio sono molto semplici, adatti a una facile lettura per un pubblico che cerca un libro di pura evasione, senza particolari pretese.