Il cadavere del Canal Grande di Enrico Vanzina, edizioni HarperCollins
La Venezia del ‘700 è un crocevia di artisti. Qui si dirige il giovane francese Jean de Briac per coronare il suo sogno di diventare pittore. È Giambattista Tiepolo in persona ad ammetterlo alla sua bottega e ad affidargli piccoli incarichi. La sua vita scorre tranquilla fino a quando si scontra per strada con una ragazza che sembra fuggire da qualcuno. La giovane gli affida un sacchettino di velluto, chiedendogli di consegnarlo a una locandiera nei pressi di San Bortolo e quindi se ne va in gran fretta. Ma la sua corsa ha presto fine. Poco dopo infatti il suo cadavere verrà ritrovato nel Canal Grande con la gola squarciata. Jean è sconvolto, tanto più che nel sacchetto trova un grande e bellissimo smeraldo. Non gli resta che portare a termine la consegna, recandosi da Ginevra, la bella locandiera. Jean resta affascinato dalla donna che sembra contraccambiare. Dietro lo smeraldo si cela però un mistero che coinvolge direttamente Giacomo Casanova. E quando lo smeraldo scompare e un nuovo delitto insanguina la città, Jean e Ginevra vogliono far luce sull’accaduto, tanto più che i primi sospettati degli omicidi sono proprio loro. Chi e perché ha ordito questo intrigo e chi è il misterioso spagnolo che sembra interessato alla pietra? I due giovani dovranno superare molte prove prima di venire a capo della soluzione. I colpi di scena saranno tanti e riguarderanno anche il passato dei protagonisti.
Il Settecento Veneziano
Ecco un altro romanzo storico ambientato nello sfarzoso e decadente Settecento veneziano rappresentato emblematicamente dalle figure di Tiepolo e Casanova. Arte e seduzione si intrecciano e si confondono assieme all’altro binomio rappresentato da amore e morte.
Venezia è tratteggiata rapidamente senza particolare attenzione, quasi di sfuggita, senza ingombrare con la sua storia e la sua scenografica bellezza. Parte del romanzo d’altra parte si svolge nell’entroterra veneziana, da Mestre a Chioggia a Vicenza tra fughe al galoppo e duelli all’ultimo sangue.
Un romanzo di cappa e spada, si potrebbe dire, sullo stile dei feuilleton che spargevano tra le loro pagine azione e romanticismo per attrarre una nuova classe di lettori.
I personaggi appartengono anch’essi a quel tipo di narrativa. I loro caratteri sono essenziali e legati a stereotipi: il bel giovane vittima di una macchinazione, la bella dama senza pietà, l’avventuriero, lo sbirro non troppo scaltro, l’impostore, l’avido, il buon consigliere, l’amico fidato.
Le azioni si susseguono velocemente con tempismo cinematografico. Il romanzo è breve, fatto apprezzabile a fronte di tanti mallopponi storici che talvolta si presentano come prolissi raffazzonamenti di Wikipedia.
Quel che risulta è dunque un’opera di facile lettura, senza particolari pretese stilistiche o dettagliate ricostruzioni storiche, adatto al grande pubblico.