La psicologa di B.A. Paris, edizioni Nord
Alice è una traduttrice, vive in un cottage della provincia londinese ed è segnata da un dramma familiare. La morte dei genitori e dell’amata sorella Nina in un incidente le ha creato un trauma insanabile. Quando conosce Leo è amore a prima vista e i due, dopo qualche mese di frequentazione, decidono di andare a vivere a Londra in un quartiere di villette, The Circle. Leo è riuscito ad acquistare la casa a un prezzo stracciato, una vera occasione. È una zona protetta, chiusa da un cancello e tutti i vicini si conoscono e si aiutano fra loro. Sembra tutto perfetto, fino a quando Alice scopre che in quella casa, poco tempo prima, è avvenuto un efferato delitto. La vittima, per pura fatalità, si chiamava Nina ed era una psicologa. Le prove avevano spinto la polizia a incolpare il marito Oliver che, dichiaratosi innocente, aveva deciso di suicidarsi. Alice, sconvolta dal fatto che il compagno non le avesse rivelato del delitto, inizia a indagare, turbando la quiete del vicinato, che sembra avere qualcosa da nascondere. E intanto una strana presenza si manifesta di notte nella casa…
Niente di nuovo tra le pagine
L’originalità non è un pregio di questo romanzo, che scorre via tranquillo. I colpi di scena sono prevedibili e il colpevole è evidente sin dalle prime pagine. La regola è sempre quella: depistare rendendo sospetti gli innocenti e attirare le simpatie sul vero assassino che si manifesta nella sua cattiveria solo nel finale. Per molti aspetti ricorda due film gialli con protagonista il meraviglioso Cary Grant: Il sospetto e Sciarada. Nel primo il sospetto e le bugie minano il rapporto coniugale, nel secondo nessuno è chi dice di essere. Se ne Il sospetto l’ambiguità perdura inesorabile sino all’ultimo, non sciogliendosi neppure nel finale che lascia lo spettatore nel dubbio, e in Sciarada tutto si svela e si chiarisce nel duello tra i due antagonisti, nel libro di Paris invece la tensione non riesce a decollare e i personaggi, come del resto la trama, sono fin troppo scontati.
Anche il tentativo di scivolare nel soprannaturale, riguardo alle incursioni notturne dell’assassino nella casa, è un trucco spuntato e dall’apparenza stonata.
L’inserimento qua e là dei resoconti dello psicologo, o presunto tale, non contribuiscono a creare suspense e neppure a chiarire l’intreccio.
L’eccessiva prevedibilità dunque limita il coinvolgimento del lettore che non riesce a entrare davvero nella storia. I personaggi non hanno una caratterizzazione psicologica netta e risentono degli stereotipi del genere. La giovane con trauma che non riesce a superare, il compagno dal passato misterioso, lo sconosciuto che si intrufola al ricevimento, i vicini pettegoli e coalizzati tra loro. Nulla di particolarmente nuovo colpisce o attira.
Il lato positivo del libro è la scorrevolezza che lo rende facilmente leggibile.