Doppio riflesso di Michele Ainis, Rizzoli edizioni
Arturo e il suo doppio si inseguono in un tortuoso percorso in cui le vite e le esperienze si mescolano e si confondono. Tutto inizia e tutto termina con un libro dai poteri magici, che forse esiste e forse non esiste. È la pagina scritta a dar vita ai personaggi o sono i personaggi a creare la storia? Nel dubbio il protagonista tenta di riacciuffare la propria memora affidandosi a un diario nel quale scrive esperienze, paure e desideri. Come per magia quel che è scritto si realizza o forse è solo trascritto perché si è già realizzato. Ma chi è Arturo e qual è il suo rapporto con il protagonista. E chi sono le gemelle Gea e Armida?
Il titolo del libro è già una chiave per decifrare il testo. Il doppio riflesso è l’ossatura della trama, è la colonna portante della narrazione. I personaggi si confondono in un gioco senza fine dove il reale è solo l’altro lato del sogno. Distinguere ciò che è vero dall’immaginazione è impossibile, come è impossibile districare il filo dei pensieri che unisce Arturo e il suo doppio.
Tra Kafka e Calvino
Echi di Calvino e di Kafka risuonano per tutto il romanzo pervaso da un’atmosfera onirica e surreale. Manca però la leggerezza di Calvino, quella leggerezza capace di portare carichi di riflessioni sull’esistenza, la società, il linguaggio, la complessità del reale. Manca l’ansia di Kafka, la sua incapacità di raccapezzarsi in un mondo in disfacimento.
Resta solo un susseguirsi di avvenimenti che si ripetono e si sovrappongono lungo una spirale per collassare su se stessi nel finale. Domande senza risposta e risposte senza domande si allungano tra le pagine tra scorci di spiaggia, angoli urbani e biblioteche polverose.
Il potere del libro
Cos’è un libro e qual è il suo potere nei confronti del lettore e della realtà che lo circonda? Può un libro deformare la realtà, plasmarla e renderla altra? Arturo e il suo doppio si muovono spaesati tra le pagine alla ricerca della loro vera identità e del loro passato. Chi dei due è reale e chi l’immagine riflessa? Le parole hanno un potere immenso, se usate con sapienza e discrezione. Il linguaggio crea e distrugge vite e menti.
Nel mondo onirico costruito da Ainis nulla è reale, tutto è metafora, segno di un qualcosa che sta per qualcos’altro. Ogni vita è un piccolo grande mistero che si riflette nel microcosmo delle vite altrui. Cos’è la realtà? Ciò che cade sotto i nostri sensi o ciò che fabbrica la nostra mente? Nell’annosa querelle che assilla i filosofi dalla notte dei tempi, l’autore si ferma a mezza via lasciando il lettore nel dubbio se sia la costruzione mentale a costruire mondi o se sia il mondo a manifestarsi e farsi interpretare secondo la logica dell’Uomo.
Arturo, alla fine, è l’uomo in cerca di se stesso e del suo posto nell’universo. La lettura, come la vita non è altro che una lunga ricerca di un senso. Ammesso che ce ne sia davvero uno.