L’alba di un mondo nuovo di Alberto Asor Rosa, edizioni Einaudi
Alberto è un bambino nei primi anni Quaranta del Novecento. Vive la sua infanzia tra gli inni fascisti, le parate durante l’anno scolastico e le allegre scorribande in campagna durante la lunga estate. La vita scorre semplice e tranquilla nell’alternarsi delle stagioni. Poi arriva la guerra, dapprima lontana, poi sempre più vicina e incombente. Gli allarmi aerei, le corse ai rifugi, le bombe, la distruzione, il cibo che scarseggia. Nulla è più come prima, tutto si ammanta di un tetro color grigio. Lentamente Alberto matura e vede il mondo con occhi diversi. La spensieratezza dell’infanzia evapora lasciando il posto alla consapevolezza delle difficoltà del vivere quotidiano. La fine della guerra è accolta come l’alba di un mondo nuovo, tutto da scoprire, o meglio da inventare.
Un testo autobiografico
Asor Rosa scrive un teso autobiografico che racconta dell’infanzia a Roma nel periodo antecedente la guerra e quello del conflitto vero e proprio. Narra del difficile rapporto con la madre, del padre socialista, della scuola troppo spesso allineata. Scopriamo la sua curiosità per il sapere e per la lingua italiana che lo porterà a diventare uno dei maggiori critici letterari del secolo scorso.
Lo spaccato di vita che racconta è drammatico. La ricostruzione delle atmosfere di quegli anni è impietosa e trasuda crudeltà, addolcita solo dal velo opaco della giovinezza. Il suo è un viaggio nella memoria, come spiega nella prefazione. Un lungo viaggio tra i ricordi, personali e collettivi che ricostruisce un affresco dell’Italia tra gli anni Trenta e Quaranta.
Una lettura per i giovani
La lettura è particolarmente indicata ai giovani d’oggi che non hanno nessuna idea di come si vivesse in quel periodo, delle difficoltà nel reperire l’essenziale, della semplicità del necessario quotidiano. L’abito rattoppato e indossato fino alla consunzione, la mancanza di luce e talvolta d’acqua, il freddo intenso che procura geloni sanguinanti, il cibo razionato fanno parte di un quadro che le generazioni vissute durante la guerra hanno tristemente vivo nei loro pensieri. Man mano che queste generazioni se ne vanno sfumano ii loro ricordi e diventano solo pagine dei libri di storia, senza l’emozione del vissuto.
Oggi invece è più che mai necessario ricordare, conservare la memoria di quel tempo, di cosa eravamo, di quanto è successo. L’evoluzione e il benessere diffuso nell’Occidente di oggi sono l’antitesi di quel che racconta Asor Rosa. I modi di vita del presente e del passato sono agli estremi. E non solo la guerra ha giocato un ruolo pesante nella miseria di quegli anni. La vita era comunque condotta in modo molto più spartano, senza tanti fronzoli e lussi. Il nostro oggi è tutto un brillare di lustrini dove valori e ideali sono stati annegati e nel vuoto dell’apparire l’essere soccombe.
Una lettura fondamentale, per non dimenticare da dove veniamo, nell’incertezza del dove andremo.