Ostinati e contrari di Alessandro Di Battista, PaperFirst Edizioni
Cos’hanno in comune Alessandro Barbero, Moni Ovadia, Toni Capuozzo, Barbara Spinelli, Ilaria Cucchi e Marina Conti Vannini? Nel loro agire Di Battista trova un filo rosso che li unisce: l’onestà intellettuale e la caparbietà che li spinge alla ricerca di verità e giustizia, anche a costo di andare contro il cosiddetto mainstream. Grazie a delle interviste mirate riusciamo a conoscere meglio personaggi che spesso abbiamo incontrato grazie a teatro o televisione e riusciamo a capire meglio i sentimenti che li agitano.
Giustizia e verità
I due assi principali attorno a cui ruotano le vite degli intervistati sono verità e giustizia. I due temi si intrecciano in particolare nelle dolorose esperienze di Ilaria Cucchi e Marina Conti Vannini. Due donne che hanno dovuto scontrarsi contro il muro di gomma di una giustizia opaca e hanno dovuto lottare per far emergere la verità, procedendo sempre a testa alta, forti della consapevolezza di aver ragione. Non è stato affatto facile, i momenti di sconforto sono stati tanti eppure hanno resistito, con ostinazione, andando contro tutto e tutti.
Toni Capuozzo e Barbara Spinelli sono invece due giornalisti, di diversa formazione ed esperienza. Quel che li accomuna però è il desiderio di capire cosa c’è dietro un avvenimento, di cercarne le cause e di non fermarsi alle apparenze. Fare domande scomode e trovare risposte altrettanto scomode è il loro mestiere. Questo atteggiamento può renderli sgraditi al potente di turno, ai signori dell’informazione unidimensionale eppure continuano perché la libertà del pensiero non si ferma di fronte a nulla e nessuno.
E poi c’è lo storico Barbero, volto noto della divulgazione televisiva. Anche lui ci ricorda che i fatti vanno analizzati nel loro contesto e con sufficiente distacco temporale ed emotivo. Capire quel che stiamo vivendo oggi non è certo semplice eppure dobbiamo sforzarci di guardare al di là di quello che ci viene raccontato a voci unificate dalla stampa e dai governi e cercare di avere una visione chiara e indipendente, cercando risposte al presente nel passato. Uno storico non può fermarsi alle apparenze, deve guardare oltre, valutare tutti gli attori in gioco e gli interessi. E deve sapere che spesso i racconti ufficiali, quelli per il grande pubblico, non sono sempre veritieri. Perché, ahimè, la propaganda esiste ovunque.
E infine c’è Moni Ovadia, regista, attore, uomo di cultura a 360°. Le sue prese di posizione sono spesso scomode, il suo modo di esprimersi schietto. La sua visione chiara e disincantata della società lo rende una voce unica, da ascoltare con attenzione.
Di Battista ha raccolto scampoli di opinioni che attraversano questo travagliato presente contrassegnato dalla guerra in Ucraina e da mille altre guerre dimenticate. Popoli che soffrono ovunque e le cui lacrime sono troppo spesso ignorate dai media. E i Palestinesi ne sono un esempio lampante.